Capreolus capreolus

Capriolo

Capreolus capreolus

Non chiamatelo "Bambi".

Fotografia di Roberto Malacrida.

Nome specie: Capreolus capreolus
Ordine: Artiodattili
Superordine: Ungulati
Nome comune: capriolo, chevreuil (FRA), roe deer (ENG), Reh (GER)
Distribuzione: distribuzione pressoché continua nell'Europa centro-orientale dalla penisola iberica alle coste del Mar Caspio

Aspetto: E' il più piccolo fra gli ungulati del Parco. La differenza fra i sessi è ben evidente soprattutto per la presenza nei maschi dei palchi, che cadono in autunno e si rinnovano in inverno-primavera, prima nei soggetti maturi e poi nei giovani.

Dimensioni: il capriolo misura 90-130 cm di lunghezza, alla spalla è alto 55-77 cm e pesa tra 10 e 27 kg.

Alimentazione: Si nutre prevalentemente di vegetali legnosi (intorno al 30% della dieta) e semilegnosi quali edera, rovo, lampone, sambuco, rosa canina (fino al 60% della dieta in inverno) ma può consumare anche vegetali erbacei e frutti selvatici. Il capriolo possiede una grande adattabilità alimentare, anche se le ridotte dimensioni dello stomaco lo obbligano a cercare alimenti molto energetici, come tutti i brucatori.

Riproduzione: Il periodo della riproduzione va da metà luglio a metà agosto. La femmina partorisce a maggio-giugno, generalmente uno-due cuccioli.

Longevità: L'età massima riscontrata è di 13 anni nei maschi e di 16 anni nelle femmine, anche se in natura è raro trovare animali di più di 8-9 anni.

Il capriolo sulle Alpi:Nelle aree alpine nord-occidentali il capriolo si è estinto negli anni Venti del Novecento a causa della caccia. A seguito di un programma di reintroduzione elaborato dal Parco, nel febbraio del 1985 sono stati immessi nell’area protetta una quarantina di caprioli provenienti dalla Danimarca e nei tre anni successivi, altri venti capi presi nel Parco del Gran Bosco di Salbertrand. Il capriolo, nonostante non sia “attrezzato” per il clima alpino bene come il camoscio, ha dimostrato in Valle Pesio sorprendenti capacità di adattamento: nel giro di pochi anni ha colonizzato tutti gli ambienti della valle, a eccezione delle zone troppo rocciose. I caprioli sono riusciti invece a colonizzare immediatamente il versante del Parco posto in Valle Tanaro: il massiccio del Marguareis, con le sue imponenti pareti nord ha impedito a questi selvatici gli spostamenti verso sud. Viceversa, i caprioli hanno potuto colonizzare fin dai primi anni le vicine valli Ellero e Vermenagna.

Lo sapevi che...: Dopo la fecondazione, lo sviluppo embrionale si blocca fino a dicembre (diapausa) per poi riprendere in gennaio e concludere la gestazione nel mese di maggio, quando la massima disponibilità alimentare riduce i costi energetici della gravidanza e dell'allattamento.

Storie, miti e leggende: La regione compresa tra i grandi fiumi che sfociano nell'alto Mare Adriatico era un tempo ricoperta da immensi boschi di carpini faggi e querce. Cespugli di sorbo rosso, biancospino e corniolo facevano da sottobosco agli olmi centenari e agli alti frassini: era il regno incontrastato del capriolo, animale caro ad Apollo nella mitologia greca. Il capriolo compare anche nei miti gallesi: il capriolo bianco è il simbolo del viaggio dell'anima verso la morte.

Ultimo aggiornamento: 07/08/2018

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