#incontriravvicinatissimi

Il cervo

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Classe: Mammiferi
Ordine: Artiodattili
Specie: Cervus elaphus
Nome comune: cervo rosso, cervo reale, cervo europeo

Animale di grandi dimensioni. Nei maschi adulti si raggiunge un’altezza al garrese di circa 150 cm e un peso tra i 200 e i 250 kg. La femmina, più piccola, può raggiungere un massimo di 120/130 kg.
Il colore del mantello cambia in base alle stagioni: fulvo rossiccio in estate, grigio marrone in inverno. Sulla colorazione influiscono però anche sesso ed età dell’animale.
Nei maschi sono presente palchi ramificati, che al culmine della crescita possono raggiungere i 5/6 kg di peso ognuno e una lunghezza di oltre 100 cm.

Alimentazione

La dieta del cervo è piuttosto variegata, in funzione delle stagioni.
In inverno, il periodo più difficile, cortecce e fibre legnose di abete, frassino, nocciolo, larice, faggio e ginepro rappresentano la principale fonte alimentare. In primavera ed estate vengono invece predilette soprattutto erbe, come graminacee e leguminose. Inoltre è particolarmente ghiotto di castagne, ghiande, faggiole, oltre a bacche di sambuco, biancospino, sorbo, rosa selvatica, ...
La ricerca di cibo viene svolta anche di notte.

Riproduzione

Tra la metà di settembre e la metà di ottobre si svolge la fase riproduttiva, conosciuta comunemente con il nome di “bramito”.
I maschi, al massimo delle forze, radunano gruppi di femmine (harem) per la fecondazione, che difenderanno con veemenza dalle attenzioni di altri maschi. In questo periodo riecheggiano i loro versi (bramiti) con cui cercano di intimorire i rivali e rivendicano la loro supremazia sull’harem. A volte però la “voce grossa” non basta, e si passa allo scontro fisico, spesso molto violento, a volte mortale.
I parti (rarissimi quelli gemellari) avvengono tra maggio e giugno.

Distribuzione, habitat e conservazione

L'areale del cervo è piuttosto esteso, diffuso in gran parte dell’Europa continentale, fino all’Asia centrale. In Italia, dopo un minimo storico intorno agli anni sessanta del secolo scorso, oggi la specie ha recuperato gran parte del territorio alpino e molte popolazioni sono presenti sulla dorsale appenninica. In Sardegna è presente una sottospecie leggermente più piccola, conosciuta con il nome di cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus).
L’habitat ideale è costituito da boschi radi, alternati a radure aperte in ambiente pianeggiante e collinare. Ma in molte zone, per sfuggire alla pressione antropica e venatoria, si è sospinto verso aree montuose e impervie, spesso adattandosi con ottimi risultati.

La sottospecie sarda è considerata “specie particolarmente protetta”, e diventano reato penale l’abbattimento, la cattura o la detenzione della suddetta. Al contrario, data l’attuale diffusione della specie nominale, vige la possibilità di un prelievo venatorio autorizzato e selettivo.

Don't touch me

I piccoli appena nati, non ancora in grado di seguire gli adulti, vengono lasciati in punti ben nascosti, e raggiunti periodicamente dalla madre per le poppate quotidiane. Analogamente al capriolo, essi posseggono un mantello pomellato che li mimetizza perfettamente nel fitto della vegetazione e non emanano odore, per non essere scovati da eventuali predatori.
Pertanto, eventuali escursionisti che a primavera incappano in qualche cucciolo solitario, non pensino che si tratti di un animale abbandonato bisognoso di aiuto: una sola carezza lo condannerebbe a morte certa!

Testo a cura di Marco Dogliotti.

Ultimo aggiornamento: 09/04/2021

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