L’esperienza di Servizio Civile Universale al Parco di tre giovani

È stato bello

L’esperienza di Servizio Civile Universale al Parco di tre giovani

Alma, Chiara, Maurizio sono stati i primi tre volontari del Servizio Civile Universale ad avere prestato la loro opera presso il nuovo Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime.

Alma, Maurizio e Chiara, i primi tre volontari del Servizio Civile Universale ad avere prestato la loro opera presso il nuovo Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime.

Si sono conquistati un posto nella storia delle Aree Protette delle Alpi Marittime.
Alma, Chiara, Maurizio sono stati i primi tre volontari del Servizio Civile Universale ad avere prestato la loro opera presso il nuovo ente, rinverdendo una tradizione che risale agli albori dei parchi dell’Argentera e dell’Alta Valle Pesio, quando ancora si parlava di obiettori di coscienza.
I tempi sono cambiati, ma oggi come allora la spinta per un giovane che intenda vivere questo genere di esperienza è spesso rappresentata dalla voglia di mettersi alla prova, di capire come va “la fuori”.
Il tempo a disposizione è stato di un anno, e per i tre ragazzi cuneesi è già arrivato il momento di salutare. Per l’atto finale festicciola con tranci di focaccia e bibite rigorosamente (o quasi) analcoliche, nello spazio interno della sede di Entracque, durante la quale, con una certa ritrosia, hanno raccontato qualcosa di sé e del periodo trascorso al parco.

Alma Cozzolino, classe 1997, saviglianese, studia Scienze Naturali presso il Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi dell’Università di Torino. Futura naturalista, socia WWF, voleva farsi un’idea di che cosa si fa in un parco nell’ambito della conservazione. È stata destinata alla sede delle Aree Protette di Entracque.
“I primi due mesi ho lavorato al centro del lupo, nella divulgazione scientifica. Poi ho iniziato a lavorare con il settore Conservazione del Parco. Mi sono occupata soprattutto di catalogare dati riferiti ai vari monitoraggi: camoscio, stambecco, rana temporaria… Dopo ancora ho seguito il progetto Life sul lupo, facendo qualche transetto e inserendo dati. Alla fine ci siamo buttati tutti e tre insieme, con in più degli stagisti, sul progetto farfalle: transetti, preparazione della pagina di citizen science, realizzazione di testi scientifici. Sono contenta di aver seguito un sacco di cose diverse. Non fossilizzarsi sulle stese cose e vederne sempre di nuove è molto stimolante. Non sapevo bene che cosa aspettarmi da questa esperienza, anche perché il bando era piuttosto generico. È stato molto bello.”

Chiara Falco, ventitré anni, ha giocato in casa. Nata e cresciuta a Cuneo, è di famiglia santannese, e a Sant’Anna di Valdieri lei da un po’ di tempo è andata a vivere. In valle nelle scorse estati ha lavorato per la cooperativa Montagne del Mare al centro visita di Terme e al centro faunistico di Entracque. Socia di “Amico Parco”, appena può va a camminare. Ha una laurea triennale rilasciata dall’Università per mediatori linguistici, al Parco, nella sede di Valdieri, ha fatto un po’ di tutto: tradotto testi per il siti web e pieghevoli, partecipato alle attività di animazione dell’Ecomuseo della Segale, tra cui la realizzazione di video di raccolta di testimonianze, prestato la voce al video che racconta come si contano e monitorano le farfalle, seguito le attività dei Junior Ranger, i giovani dei Comuni delle Aree Protette che mensilmente fanno gruppo per svolgere attività di carattere educativo e di scoperta del proprio territorio.
“Un progetto come quello dei Junior Ranger andrebbe esportato nelle città. È dai più piccoli che bisogna partire. Io ho fatto le scuole a Cuneo, ma mai si è parlato del fatto che in Valle Gesso ci fosse un parco. Io lo sapevo solo perché la mia famiglia è originaria di qui. In generale a scuola si fanno pochissime attività di carattere ambientale, e con le classiche gite scolastiche è molto più facile che ti portino al Museo Egizio a Torino piuttosto che a fare una passeggiata in montagna. Il fatto è che se certe cose le fai all’epoca delle elementari o anche delle medie, ti lasciano un’impronta molto più profonda, non le dimentichi più”.
“Secondo me – prosegue con decisione – il Parco dovrebbe lavorare di più sulla propria immagine. Avendo lavorato in Valle Gesso per alcune estati, ho sentito tante critiche, commenti negativi. Quando sei dentro, vedendo come si lavora, le cose che vengono fatte, cambi idea. E sarebbe bello che fossero in tanti, sia tra i residenti, e in particolare tra gli esercenti delle attività turistiche, sia tra i visitatori, a cambiare idea, o meglio ancora a farsi un’idea corretta. Non si percepisce che lavoro ci sia dietro.”

Diventa un volontario che conta: uno dei prodotti di comunicazione realizzati insieme a Alma, Chiara e Maurizio.
Clicca qui per guardare il video su YouTube.

Alma è pienamente d’accordo: “Io non sapevo bene che cosa fosse un parco, e che cosa facessero le persone che ci lavorano. C’è una carenza di informazione, la gente non sa quante cose vengono fatte. Il Parco nell’immaginario comune è un’entità piuttosto astratta, in cui si conservano ambienti, animali, piante… Non si capisce quanto il lavoro di un parco abbia un impatto sulla vita di tutti, sia di chi ci vive, sia di chi capita in zona come villeggiante o visitatore. Si portano avanti progetti tutti i giorni dell’anno, in molti ambiti il parco svolge un ruolo fondamentale, penso solo a quanto è stato fatto per sensibilizzare i cittadini rispetto ai cambiamenti climatici.”
Magari anche sulla base di ragionamenti maturati in questo anno di volontariato, Alma va oltre: “A parte che si dovrebbe capire che non è che fino a un certo punto c’è il Parco e poi finisce tutto. Il rispetto per l’ambiente dovrebbe essere applicato dappertutto. Le attività di sensibilizzazione possono essere fatte comunque, anche in un giardino di città senza bisogno di fare la gita al parco. è questo che la gente non riesce o non vuole realizzare. C’è bisogno di educazione, e anche di capacità di coinvolgimento. Ad esempio: si fanno campagne per la raccolta della plastica sulle spiagge e tutti vanno e si sentono importanti perché hanno l’idea di fare qualcosa di significativo e di far parte di un qualcosa di più grande, di collettivo. Ecco, allora il messaggio del Parco dovrebbe essere: vuoi fare la differenza insieme a noi? Noi ti diamo le conoscenze e gli strumenti per farlo.”

Anche Maurizio Pilone un suggerimento al Parco ci tiene a lasciarlo: “Bisognerebbe far più gioco di squadra con il mondo dell’associazionismo impegnato su certi temi, come la sostenibilità, la difesa dell’ambiente. Realtà presenti a livello nazionale ma anche su una base territoriale molto più limitata, come una valle.”
Maurizio, classe 1994, di Frabosa Sottana, laurea triennale in Scienze e tecnologie agrarie, nel mondo dell’associazionismo ha giù maturato una esperienza non da poco, considerando la sua giovane età.
“Collaboro da tempo con l’associazione Mondo qui, che propone un doposcuola per ragazzi con difficoltà di apprendimento. Poi sta procedendo bene il nostro progetto Sgasà, abbiamo finalmente trovato un furgone elettrico con cui fare le consegne di prodotti alimentari. Sgasà è un progetto che ha creato una rete tra piccole aziende dell’agroalimentare della provincia di Cuneo, che utilizzano solo trattamenti biologici o parabiologici e assumono con un contratto etico. Queste realtà vengono messe in connessione con cittadini sensibili alle tematiche ambientali, attenti alla qualità del prodotto. Tutto a chilometri zero o quasi, perché siamo comunque all’interno della provincia di Cuneo. Noi facciamo da intermediari, recuperiamo il prodotto e lo recapitiamo: non ai singoli richiedenti, ma in punti concordati dove il fruitore del servizio va a ritirare il proprio ordine.”
Nella sua esperienza di Servizio Civile Maurizio, impegnato presso la sede di Chiusa di Pesio, si è occupato soprattutto di banche dati di ambito botanico. Ma quelle che ricorda con più piacere sono le giornate sul campo.
“Ho avuto la fortuna di lavorare con Bruno Gallino, il botanico del Parco, che è uno scrigno di saperi. È stato bellissimo, meravigliose le uscite che abbiamo fatto alla ricerca di semi, un’avventura tutte le volte, non sai mai se sarai fortunato e troverai qualcosa oppure no, se i semi saranno maturi al punto giusto per essere raccolti. E quando siamo stati alle stazioni botaniche per fare vari lavori tra cui quelli di pulizia, posa delle recinzioni, veniva sempre con noi anche Chiara Ronelli, la giardiniera: anche lei super in gamba.”

Tra le figure di riferimento, per Maurizio c’è stata anche Erika Chiecchio, per Alma Laura Martinelli, per Chiara Alessio Barale. Tutti e tre, quando devono ricordare un momento speciale della loro esperienza di Servizio Civile, citano “Rodolfo”, un video di animazione fatto per sensibilizzare i bambini sul mondo delle farfalle, di cui hanno curato ideazione e realizzazione.

Rodolfo giramondo: il video di animazione fatto per sensibilizzare i bambini sul mondo delle farfalle, di cui Alma, Chiara e Maurizio – insieme a Samuele Torta – hanno curato ideazione e realizzazione.
Clicca qui per guardare il video su YouTube.

Ora Chiara è pronta per vivere una nuova avventura: nei prossimi due mesi sarà impegnata al rifugio Don Barbera. Alma fino a settembre collaborerà nelle gestione del centro faunistico, dopodiché si dovrà rituffare negli studi per portare a compimento il percorso universitario. Ancora indeciso Maurizio, a metà tra la scelta di completare il percorso iniziato con la laurea triennale in Tecnologie agrarie, e la “pazza” idea di cambiare completamente lanciandosi in studi di carattere umanistico. Sia lui che Alma stanno anche facendo un pensierino sul concorso per guardaparco che a breve dovrebbe essere bandito dalle Aree Protette delle Alpi Marittime. Chissà che l’esperienza di questo anno non possa avere un seguito...

Ultimo aggiornamento: 11/08/2022

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