Specie aliene

Mammasantissima, è arrivato il panace di Mantegazza

Specie aliene

La pianta, ritrovata nel comune di Vernante, pericolosa per la salute umana è stata estirpata e distrutta dal personale delle Aree Protette Alpi Marittime.

Gli addetti di APAM durante la rimozione della pianta | N. Villani.

L’allarme è partito da una escursionista appassionata di botanica che, passando per Tetti Goderie, ne ha notati alcuni esemplari ai bordi della strada che collega Roaschia e Vernante. Foglie profondamente lobate e di un verde chiaro, tronco striato di rosso scuro: caratteristiche che rendono, agli occhi di un esperto, il panace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum il nome scientifico) ben distinguibile rispetto al panace comune (Heracleum spondylium), comunissimo parente stretto.
La pianta in questione è una delle tante specie aliene, definizione con cui si indicano vegetali e animali che grazie all’uomo si sono diffusi al di fuori del loro areale naturale, in fase di espansione in alcune regioni del Nord Italia. Il trasferimento può essere accidentale, ma più spesso avviene per precise motivazioni, che non di rado nel caso delle piante è legato all’interesse ornamentale. È questo il caso proprio dell’Heracleum mantegazzianum, specie originaria del Caucaso, che si è diffusa in molti paesi europei, in particolare nel Regno Unito e in Germania, creando non pochi problemi. In un brano dei Genesis del 1971, lo scenario legato alla sua moltiplicazione assume addirittura contorni apocalittici: narra infatti non la leggenda ma Wikipedia che il panace di Mantegazza abbia ispirato il testo di The Return of the Giant hogweed (Giant hogweed è il nome comune in inglese) della mitica band britannica, in cui si racconta di una pianta che si propaga fino a minacciare la sopravvivenza della razza umana, cui va la colpa di averne diffuso i semi per fini puramente estetici.

Se la presenza di specie al di fuori del proprio areale di origine rappresenta spesso una gravissima minaccia per la biodiversità, perché vengono meno equilibri molto delicati e i nuovi hanno la tendenza a prendere il sopravvento, nel caso del panace di Mantegazza le conseguenze sono potenzialmente gravi anche per la salute umana.
Infatti in condizioni di irradiazione solare diretta o presenza di raggi ultravioletti, questa ombrellifera quando toccata provoca gravi infiammazioni della pelle, con bolle che possono lasciare profonde cicatrici. La linfa, anche in piccolissime dosi, se viene a contatto con gli occhi può determinare cecità temporanea e in casi limite permanente.
Ma torniamo a Tetti Goderie. La segnalazione della presenza di panace di Mantegazza giunge fino all’IPLA (Istituto per Piante da Legno e l’Ambiente), che allerta l’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime affinché si proceda con l’eliminazione. Intervento che è stato immediatamente effettuato personale delle Aree Protette e del Comune di Vernante, con la supervisione del botanico dell’Ente, Bruno Gallino.
Le piante sono state estirpate, scalzando la radice a fittone fino a una profondità di una trentina di centimetri, e riposte in contenitori prima di essere bruciate. Nei prossimi anni la situazione andrà comunque monitorata, poiché alcuni esemplari nell’estate sono andati a seme ed è noto che i semi della panace di Mantegazza mantengono per molti anni la capacità di germinare.

Come è arrivato l’Heracleum mantegazzianum in una località relativamente isolata come Tetti Goderie? Con ogni probabilità chi ha utilizzato i tetti in tempi recenti, mal consigliato ha scelto la panace per creare delle quinte di vegetazione – la pianta può arrivare fino a 5 metri di altezza – attorno alle case.
Un caso che dimostra quanto sia importante fare informazione rispetto alla necessità di intervenire nel contenimento delle specie aliene, la cui diffusione rappresenta al momento un problema le cui conseguenze tendono a essere fortemente sottovalutate.

Ultimo aggiornamento: 27/10/2022

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