Ricerca scientifica

Un progetto dedicato al ragno-lupo "Vesubia jugorum"

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I ricercatori dell'Università di Torino con il progetto CRYPTERS potranno acquisire maggiori informazioni sulla specie endemica delle Marittime a rischio estinzione a causa del riscaldamento globale.

Nella foto Vesubia jugorum | M. Isaia
Vesubia jugorum | M. Isaia

Il 2024 inizia con una bella novità per Vesubia jugorum, il ragno-lupo endemico delle Alpi Marittime italo-francesi minacciato dal riscaldamento globale.
Grazie al progetto CRYPTERS, coordinato da Marco Isaia e Elena Piano dell’Università di Torino, sono previsti nuovi studi per capire il presente, il passato e il futuro della specie.
Dopo avere superato una rigorosa selezione a livello europeo, il progetto è stato approvato e partirà formalmente il 1° marzo. I fondi, di provenienza europea, saranno destinati allo studio della genetica e alla conservazione di Vesubia jugorum, il cui elevato rischio di estinzione è stato riconosciuto nel 2016 dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Gli studi condotti negli ultimi anni dal Laboratorio Ecosistemi Terrestri dell’Università di Torino e da alcuni colleghi dell’Università di Nizza (Francia)hanno dimostrato in modo inequivocabile la stretta relazione che esiste tra il clima e questa specie (approfondisci su Piemonte Parchi.
Nel corso del tempo infatti il clima ha determinato (e probabilmente determinerà) numerose pulsazioni dell’areale di questa specie, relegando le popolazioni di Vesubia ai distretti di alta quota delle Alpi Marittime. Analoghe contrazioni e pulsazioni dell'areale si sono verificate per le endemiche Saxifraga florulenta e Silene cordifolia, fiori all’occhiello della flora dell’area protetta, sopravvissute nel corso del tempo grazie alle peculiarità del clima dell'area protetta.
Gli studi su Vesubia hanno inoltre dimostrato che laddove la combinazione dei fattori climatici è ottimale, gli arti e i sacchi ovigeri delle femmine (due importanti “tratti funzionali”) raggiungono le dimensioni massime, determinandone così una maggiore sopravvivenza.


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La relazione tra clima e dimensioni corporee rappresenta un principio ecologico noto ed ampiamente utilizzato nel monitoraggio della salute delle popolazioni di molti vertebrati, ma raramente indagato tra gli artropodi e mai prima d’ora tra i ragni. In virtù di questa relazione, i ricercatori prevedono che le attuali variazioni climatiche dovute al riscaldamento globale possano determinare un calo del successo riproduttivo di questa specie, ben evidenziabile tramite il monitoraggio della variazione dei tratti funzionali nel corso del tempo.

Forti di queste evidenze scientifiche, e in accordo con quanto raccomandato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, l’Università di Torino, il l'Ente Aree Protette Alpi Marittime e il Parc national du Mercantour hanno avviato, nel 2019, il Programma di Monitoraggio quinquennale dello stato di salute delle popolazioni di Vesubia jugorum. Il programma si basa sulla misurazione dei tratti funzionali di 17 popolazioni campione ripartite tra Francia e Italia e i dati raccolti nel 2019 rappresentano lo “stato zero” rispetto al quale confrontare i dati raccolti sessioni successive del monitoraggio.


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A cinque anni dall’avvio del Programma di Monitoraggio, il progetto CRYPTERS è chiamato a rispondere a tre importanti interrogativi che riguardano sia il futuro sia il passato della specie: da dove viene Vesubia? Che cosa è successo prima delle glaciazioni? E cosa succederà nel prossimo futuro, caratterizzato da cambiamenti climatici repentini ed estremi che non hanno pari nel corso della storia biogeografica della specie?

Il progetto permetterà, da un lato, di proseguire il monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni di Vesubia jugorum mediante la rivalutazione dei tratti funzionali nelle 17 popolazioni target e dall'altro, consentirà di avviare uno studio genetico approfondito in collaborazione con il Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles che farà luce sulle oscure vicende che hanno isolato questa specie nelle Alpi Marittime nel corso di milioni di anni.

Ultimo aggiornamento: 01/02/2024

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