Letteratura

La valle della Roja

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Per la rubrica letteratura delle Alpi del Mediterraneo proponiamo un brano di Soldati dedicato alla Valle Roja, per invitare anche a sostenere la Cuneo-Ventimiglia candidata a Luogo del cuore 2020.

La Cuneo-Ventimiglia-Nizza | Arch. FAI

La valle della Roja - Mario Soldati


Pubblichiamo un racconto del 1965 di Mario Soldati dedicato alla Valle della Roja percorsa dalla ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza, una linea a rischio chiusura e poco valorizzata. Per questo da anni un Comitato di difesa della strada ferrata transfrontaliero promuove iniziative per la sua salvaguardia e promozione. La più recente è la candidatura a i Luoghi del cuore 2020 del Fondo ambiente italiano (Fai) a cui tutti possono partecipare con il voto online. Anche le Aree Protette Alpi Marittime sostengono l'iniziativa raccogliendo le firme nei Centri informazione del Parco delle Alpi Marittime.


“La Valle della Roja! Sulla Cuneo-Ventimiglia, dal Col di Tenda al mare. Non c’è stata volta che io abbia percorso questa strada senza ammirare, stupefatto, l’estrema bellezza e singolarità eccezionale della Valle della Roja. Un canyon, sì, ma che canyon. Altro che nel New Mexico o nell’Arizona! Una fenditura profonda centinaia di metri, tortuosa, imprevedibile, ricca di acque e di foreste, e allo stesso tempo selvaggia e civile, feroce e soave, alpestre e marina. L’antica città di Tenda. E, a un certo punto, altissima sul canyon cupo di ombre, la meraviglia di Saorge, con le sue case scintillanti al sole e aggrappate alle rocce come un villaggio tibetano. Senza contare che la prima officina, la si incontra a Piena, dopo quasi due terzi di strada. Com’è noto, queste montagne sono prima italiane, poi francesi e poi di nuovo italiane. Quattro dogane e quattro posti di polizia in poco più di trenta chilometri! Ma dobbiamo ringraziare, una volta tanto, questi assurdi impedimenti, se hanno valso a salvare dagli orrori degli insediamenti turistici e industriali il paesaggio e l’antichità delle rustiche costruzioni. Non appartengo (devo ripeterlo sempre) ai laudatori programmatici del tempo antico. Penso, semplicemente, che si dovrebbero, qua e là, proteggere alcuni luoghi della nostra terra: non ammettendovi industrie e nuove case, oppure ammettendole, com’è certo possibile, con un po’ di rispetto per la natura e per le antichità. Ed ecco, questa volta, per la prima volta, mi accorgo che, nella Valle della Roja, gli ulivi cominciano poco più giù di Tenda: ed esattamente fra Saint Dalmas e Merlo.
È vero, sì, allo sguardo di chi scende dal colle, il cielo verso sud-ovest è di un celeste inequivocabile: diafano, tenero, struggente: il celeste del cielo sul mare. Ma il mare è ancora così lontano. E siamo ancora nel bel mezzo delle Alpi. Guardo la carta. Il ghiacciaio del Clapier è alle nostre spalle, a quattordici chilometri in linea d’aria! C’è da trasecolare: gli ulivi a quattordici chilometri da un ghiacciaio? Mi pare, così, finalmente, di capire in che consista la bellezza unica della Valle della Roja. Non c’è altro luogo che unisca altrettanto strettamente le Alpi e il Mediterraneo: dove, per un certo tratto, due nature e due climi quasi contrari tra di loro si sovrappongono e quasi si confondano altrettanto armoniosamente.
La Valle della Roja ha l’incanto supremo e pungente delle contaminazioni e dei tradimenti: il fascino di tutto ciò che sfugge a una definizione o a uno schema, proprio perchè partecipa, in egual misura, di due schemi o di due definizioni opposte. Penso al crepuscolo, che sta tra il giorno e la notte. Penso alla pubertà, che sta tra l’infanzia e la giovinezza. Penso, perché no? Alla libertà. Che cos’è, infatti, la libertà, se non una realtà doppia: una realtà viva di due realtà, tra l’una e l’altra delle quali si è liberi; in ogni istante, di scegliere? Anche Italia e Francia, nella Valle della Roja, stanno insieme”.

La valle della Roja - Mario Soldati
Lo specchio inclinato. Diario 1965-1971, Milano, Mondadori

Mario Soldati, è uno dei grandi scrittori contemporanei italiani e regista cinematografico (Torino 1906 - Tellaro 1999).

Ultimo aggiornamento: 02/07/2020

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