#incontriravvicinatissimi

Gli alieni

#incontriravvicinatissimi

Attraverso questo breve filmato si vuole puntare un riflettore sul problema della colonizzazione del nostro territorio da parte di specie – sia animali che vegetali – "Alloctone", non native.
Più correttamente si parla di “Specie ”. Al contrario, quelle “Autoctone” fanno da sempre parte della biodiversità nativa di un determinato territorio.
In generale, le presenze “aliene” sono in gran parte imputabili all’uomo, che trasferendo indifferentemente fauna e flora da una parte all’altra del globo terrestre, avvia involontariamente un processo di colonizzazione delle suddette nei confronti di nuovi territori. Nella maggior parte dei casi questi processi si rivelano distruttivi nei confronti degli habitat e penalizzanti verso altre specie simili ma autoctone.
Moltissimi sono gli esempi: dagli scoiattoli grigi ai gamberi della Louisiana, dal Siluro alla zanzara tigre, dalla Caulerpa taxifolia al Poligono del Giappone, dalla Fitolacca americana all’Ailanto. E la lista sarebbe lunghissima.
In realtà, anche i cambiamenti climatici contribuiscono a questi trasferimenti.
Il risultato normalmente è che i nuovi arrivati, non essendo sottoposti ad un vincolo di equilibrio naturale, spesso non hanno predatori naturali che li possano controllare nella loro fase espansiva. Pertanto una diffusione di questo tipo diventa in breve tempo invasiva, mettendo a rischio la tenuta dell’habitat e la sopravvivenza delle specie già presenti.

Classe: Mammiferi
Ordine: Roditori
Specie: Myocastor coypus
Nome comune: nutria

Conosciuta anche come "castorino", la nutria è un grande roditore originario del Centro e Sud America. Fu importato in Italia negli anni Venti del secolo scorso e allevato per la pelliccia.
Quando questa passò di moda, i grandi allevamenti furono svuotati e molti animali iniziarono a riprodursi in libertà lungo le circostanti aste fluviali.

Oggi, la sua presenza massiccia, soprattutto nel Centro-Nord Italia, porta un notevole impatto su molte specie vegetali, che vengono mangiate con voracità e fortemente ridotte nella diffusione.
Inoltre, lungo i corsi d’acqua, gli stessi argini vengono scavati e fatti crollare durante la ricerca di tuberi e radici. Data una dieta vegetariana piuttosto generalista, anche le colture agricole possono subire gravi danni. Ne sono esempio la barbabietola da zucchero, il riso, il granturco e altre colture ortive.

L’impatto negativo della nutria si riflette anche su alcune specie animali. In primis su alcuni uccelli acquatici come svasso, folaga, tuffetto e gallinelle d’acqua. Infatti questi roditori sono soliti salire sui nidi galleggianti di questi uccelli per un momento di riposo, ma data la stazza e il peso, spesso li affondano schiacciandone anche le uova.


Classe: Rettili
Ordine: Testudini
Specie: Trachemis et al.
Nome comune: tartaruga orecchie rosse et. al.

Le più note sono quelle dette comunemente “orecchie rosse” e “orecchie gialle”.
In realtà molte più specie si ritrovano oggigiorno a colonizzare i nostri bacini idrici e corsi fluviali. Esse fanno parte di quel vasto elenco di animali detti “da compagnia” e per questo commercializzate in numerosissimi negozi di animali. Solitamente vengono acquistate molto giovani, quando le loro dimensioni sono relativamente piccole, e tenute in terrari casalinghi. Ma come per tutti i rettili, la loro crescita porta a maggiori dimensioni e voracità in poco tempo. E così diventano “inquilini davvero scomodi”.
Cosa farne? Ovvio... liberarli in qualche stagno, lago o canale!
Nel corso di pochi decenni migliaia di queste tartarughine si sono ritrovate libere, passando da pochi cm. ad oltre 35/40 di lunghezza. Colonizzando e riproducendosi in qualunque specchio d’acqua, naturale o artificiale.

Dal punto di vista alimentare queste tartarughe palustri sono onnivore generaliste ed estremamente voraci. Predano molte forme acquatiche, come larve di insetti, pesci, crostacei, anfibi, oltre varie specie di vegetali. In questo modo conducono in poco tempo ad un impoverimento della biodiversità dell’ecosistema colonizzato. Inoltre, la loro presenza entra in competizione con la specie di tartaruga palustre autoctona (Emys orbicularis), sia in campo alimentare quanto in quello riproduttivo, legato ai siti idonei per la deposizione delle uova.

Attualmente sono state introdotte leggi più severe per la detenzione e l’acquisto di tali specie, nonché programmi di rarefazione, sterilizzazione o eradicamento.
Per evitare questi disastri ambientali, la principale prevenzione resta comunque e sempre costituita dalla conoscenza, dall’educazione ambientale e dal buon senso di tutti i cittadini.

Testo a cura di Marco Dogliotti.

Ultimo aggiornamento: 02/04/2021

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