Incontri ravvicinatissimi

Le rane

Incontri ravvicinatissimi

Classe: Anfibi
Ordine: Anuri


Molti sono i generi appartenenti all’ordine degli Anuri. Tra i più conosciuti primeggiano le rane. Alle nostre latitudini esse vengono divise, per comodo, in due grandi gruppi, le cosiddette rane rosse e quelle verdi.

Rane Rosse la loro colorazione è tendenzialmente brunastra, marrone o rossiccia, sono strettamente legate all’acqua durante periodo riproduttivo, ma se ne possono affrancare, pur rimanendo in zone umide, per il resto dell’anno. Sono più frequenti nelle fasce collinari e montane, arrivando a oltre 2500 m di quota sulle Alpi con la specie Rana temporaria.
Rane verdi presentano una colorazione di fondo tendente al verde-olivastro; generalmente vivono tutto l’anno presso raccolte d’acqua che non prosciugano, in zone di pianura o al massimo di fondovalle.


Tra le caratteristiche generali si annoverano corpo tozzo e compatto, testa larga, occhi grandi e sporgenti, zampe anteriori corte, decisamente più lunghe le posteriori, che consentono all’animale poderosi balzi in avanti. Sono prive di coda, da cui il termine scientifico Anuri. Possiedono sacche vocali, con cui i maschi emettono il loro gracidio per attirare le femmine in periodo riproduttivo e, nel contempo, confermare ad altri maschi la loro presenza. Ogni specie possiede un proprio “canto”.
Si nutrono di insetti, molluschi, vermi che catturano con una fulminea estroflessione della lingua, piuttosto appiccicosa, per non far scappare la preda. Non avendo capacità masticatorie, ingoiano le prede intere.
In primavera, dopo il letargo invernale, ha inizio la fase riproduttiva. Le femmine, più grandi, depongono le uova che prontamente il maschio feconda in esterno. Queste, al contatto con l’acqua, sviluppano un ammasso gelatinoso circostante e protettivo. Il numero di uova varia a seconda della specie. Nei tre mesi successivi si sviluppano e si accrescono le larve (girini), completamente acquatiche. Al momento della metamorfosi, vanno incontro ad un cambiamento molto drastico a livello anatomico, morfologico e fisiologico, da cui prende vita un giovane individuo adulto, questa volta terrestre. Da qui il termine Anfibio (ossia “doppia vita”). In questa fase la mortalità è altissima, per esempio in rana temporaria si attesta tra il 92-93%.

Anfibi in pericolo!

Purtroppo moltissime specie di anfibi sono in forte regresso a livello mondiale, a causa di innumerevoli fattori, tra cui l’inquinamento e la distruzione dei loro habitat naturali, un prelievo massiccio da parte dell’uomo, infezioni batteriche devastanti (red leg).
Le specie presenti nelle nostre aree protette sono, a vario titolo, inserite nei diversi Allegati della direttiva europea Habitat.



Testo a cura di Marco Dogliotti.

Ultimo aggiornamento: 31/03/2020

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