Ricerca e conservazione

Studio di genetica sugli stambecchi

Ricerca e conservazione

Lo stambecco delle Alpi Marittime studiato dai genetisti svizzeri.

"Combattimento" tra due maschia adulti di stambecco nel Vallone del Gesso della Barra | M. Giordano.

Gli stambecchi delle Alpi Marittime, insieme ad altre popolazioni alpine e della penisola iberica, sono state oggetto di un importante studio genetico pubblicato su Nature Communication a cura del Department of Evolutionary Biology e Zoological Museum dell’Università di Zurigo e del Laboratory of Evolutionary Genetics dell’Università di Neuchâtel.

Tutte le popolazioni di stambecco alpino provengono da un piccolo nucleo (100 capi circa) sopravvissuti ad inizio ‘900. La riduzione ai minimi termini di una popolazione sotto il profilo genetico viene definito “collo di bottiglia”. Le varie popolazioni delle Alpi ricostituite con capi provenienti dagli animali dalla Valle d’Aosta, a loro volta, hanno subito, per cause diverse, ulteriori “colli di bottiglia” che hanno ridotto il patrimonio genetico della specie. Le conseguenze di ciò potrebbero rivelarsi problematiche per alcune popolazioni in particolari situazioni dovute all’insorgere di patologie, dei cambiamenti climatici,…

Lo studio degli istituti di ricerca svizzeri, tra i quali il capofila collabora con le Aree Protette delle Alpi Marittime e gli altri partner del progetto Alcotra Lemed-Ibex per la conservazione dello stambecco, rivela che nelle popolazioni sottoposte a colli di bottiglia estremi (come nelle Alpi Marittime) le mutazioni altamente deleterie vengono rimosse (purgate), mentre rimane più alta la percentuale di mutazioni debolmente o mediamente deleterie (confrontandole con altre popolazioni).

Per leggere lo studio (in inglese) clicca qui!

Ultimo aggiornamento: 12/03/2020

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