Canis lupus italicus

Lupo

Canis lupus italicus

Un ritorno naturale.

**Nome specie:** //Canis lupus //\\ **Classe:** Mammiferi **Ordine:** Carnivori \\ **Superordine:** Ungulati\\ **Famiglia:** Canidi **Nome comune: Lupo**\\ **Distribuzione:** All’inizio dell’Ottocento, il lupo era scomparso da gran parte del suo areale di distribuzione originario: sull’intero arco alpino non era rimasto un solo esemplare. I lupi che vivono stabilmente sulle Alpi Occidentali, e che oggi stanno facendo la loro ricomparsa nelle Alpi Centrali e Orientali appartengono alla popolazione italiana: sono i discendenti diretti dei lupi sopravvissuti all’estinzione nell’Appennino centro-meridionale all’inizio degli anni ’70, che da allora hanno ricolonizzato prima le aree dell’Appennino settentrionale, per poi ripopolare gradualmente le Alpi Occidentali per espansione naturale all’inizio degli anni ’90. Oggi, sulle Alpi centro-orientali stanno riapparendo per dispersione naturale anche i primi lupi provenienti dalla popolazione dinarica della Slovenia.\\ **Habitat:** Nel nostro paese il lupo predilige le zone montane densamente boscate, relativamente ricche di siti rifugio, di prede e con scarsa presenza antropica. **Aspetto:** La corporatura del lupo è snella e robusta e le dimensioni ricordano quelle di un pastore tedesco. Il lupo della popolazione italiana ha un peso compreso in media tra i 25 ed i 35 kg, con maschi adulti che possono raggiungere pesi di 40-45 kg. La lunghezza di un esemplare adulto è di circa 110-115 cm, alla quale va aggiunta ancora la coda che misura in media 30-35 cm. L’altezza al garrese è compresa tra i 50 e 70 cm. La colorazione del pelo è molto variabile sia a livello sotto specifico che individuale e varia da toni beige-rossicci più tipici dei periodi estivi, a quelli marroni-grigiastri con sfumature nere più tipici del manto invernale. Una caratteristica del lupo della popolazione italiana sono le due bande nere sugli arti anteriori.\\ **Alimentazione:** Il lupo è un predatore generalista. Le sue prede d’elezione si riscontrano tra gli ungulati selvatici quali cervi, caprioli, daini, mufloni e cinghiali, sebbene in estate non disdegnino il bestiame domestico. Gli individui più vulnerabili agli attacchi sferrati dai lupi sono in genere quelli più giovani, vecchi o malati in quanto meno esperti o abili nello sfuggire al predatore. **Riproduzione:** La riproduzione avviene una volta all'anno, in un periodo compreso tra gennaio e marzo a seconda della latitudine. Generalmente è solo la coppia alfa a riprodursi. Durante il periodo del corteggiamento e dell’accoppiamento il legame tra la coppia destinata alla riproduzione si rafforza. Con la nascita dei cuccioli l’attività del branco risulta maggiormente localizzata nei pressi della tana, che ospitala madre ed i cuccioli che nasceranno dopo 63 giorni di gestazione. La cucciolata è composta in media da 3-4 animali. Essi nascono ciechi e sordi, con un peso di circa 500 grammi. Circa due settimane dopo la nascita aprono gli occhi ed iniziano a lasciare la sicurezza della tana, concedendosi i primi giochi nelle sue immediate vicinanze. Tutti gli individui del branco, non soltanto i dominanti, partecipano alla difesa e alla crescita dei cuccioli. **Longevità:** Il lupo in natura più anziano documentato sulle Alpi è una femmina di 14 anni. **Il lupo sulle Alpi:** Fino a cento anni fa, il lupo faceva parte a tutti gli effetti dell’ecosistema alpino. Considerati animali nocivi e cacciati, gli ultimi lupi sono stati uccisi sulle Alpi negli anni ‘20 del Novecento. Ma **la specie non è mai scomparsa completamente** dall'Italia, anche se il rischio di estinzione è stato forte: negli anni ’70 rimanevano su tutto il territorio nazionale solo un centinaio di individui, limitati a poche aree montane dell’Appennino centro-meridionale. Una nuova consapevolezza dell'importanza ecologica del lupo ha portato ai primi **provvedimenti di tutela** a livello nazionale: il decreto ministeriale Natali, del ’71, che ha eliminato il lupo dalla lista degli animali nocivi e proibito l’uso dei bocconi avvelenati, e il Marcora, del ’76, che ha sancito la protezione integrale e il divieto di caccia totale della specie, successivamente diventato specie protetta a livello europeo. Negli ultimi quarant'anni si è assistito a una **ripresa della popolazione** di lupo in termini di numero e di distribuzione. Nel 1994 è stato documentato il **primo branco stabile delle Alpi**, proprio in Valle Pesio, all'interno del Parco naturale del Marguareis. Circa dieci anni dopo, la presenza stabile di un branco è stata documentata anche in Valle Gesso, nel Parco naturale delle Alpi Marittime. Il ritorno naturale del lupo è stato agevolato da una serie di fattori favorevoli: lo spopolamento delle campagne e delle montagne con il conseguente aumento delle superfici boscate, l’aumento delle prede a disposizione dei lupi (gli ungulati selvatici), la protezione legale della specie e le campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. **Lo sapevi che...:** Tutti i numeri del lupo: - Può compiere spostamenti anche di 60 km in una notte sola. - La sua velocità massima è di 45-50 km/h - Controvento, può percepire la presenza di un animale fino a una distanza di 270 m - Può udire l’ululato di altri lupi fino a una distanza di 6,4- 9,6 km - Percepisce suoni fino a 40 kHz (l’uomo fino a 20 kHz) - Angolo visuale di 250° (quello dell’uomo è di 180°) - Ottima visione notturna - Nuotatore eccezionale - La frequenza del respiro è di 15-20/minuto, di 100 quando ansima - La frequenza cardiaca è di 90 battiti/minuto, di 200 quando sottoposto a grossi sforzi - Esercita una pressione della mascella/molari pari a 150 kg/cm2 Vuoi saperne di più? Leggi le **FAQ sul lupo**! Vuoi vedere i lupi e scoprire di più sulla storia vera del lupo Ligabue? Visita il **Centro faunistico "Uomini e Lupi" di Entracque**!
Ultimo aggiornamento: 07/08/2018

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