Letteratura
The Alps from end to end - Le Alpi da cima a fondo
Letteratura
Questa settimana per la rubrica di letteratura dedicata alle Liguri e Marittime presentiamo un estratto del resoconto del primo trekking delle Alpi (1894) dell'inglese Conway.
The Alps from end to end - Le Alpi da cima a fondo di William Martin Conway
5 giugno 1894
...In un’ora e un quarto svoltammo nel secondo sentiero di caccia reale, zigzagando a nord su per la montagna. I fiori erano deliziosi e di numerosa varietà, tutti freschi e giovani, non uno appassito tra loro. A pochi passi dai tornanti intravedemmo il magnifico antico bacino del lago, piatto e verde, dove era costruita la casa di caccia del re: un quadrato di edifici posti come un serai orientale. Una cascata risplendeva alla fine del pianoro e un bell’anfiteatro di montagne circondava questo affascinante rifugio. Da quel momento in poi ci dirigemmo verso l’alto, fino a raggiungere un bivio del percorso, che però non appariva sulla mappa. Fin dai tempi del Peccato originale, tutti si sbagliano in queste occasioni; andammo a sinistra invece che a destra, e così raggiungemmo, dopo aver affrontato con fatica diversi nevai, uno dei quali era slavinato e a rischio valanghe, un colle aguzzo (il Colle di Val Miana). La bussola indicava il nord inaspettatamente lontano a destra, e il lago che cercavamo non era in vista. Tuttavia, essendo, la mappa così imprecisa in molti punti, questo non ci turbò.
Controllando le provviste, scoprimmo che gli uomini avevano divorato tutta la carne fresca a colazione e che per tutto il giorno quindi avremmo dovuto mangiare solo pane e burro. Fitzgerald ed io rubammo l’ultimo pezzo di salsiccia per vendetta. Nascondemmo facilmente la cosa, ma il fatto che fossimo costretti a mangiarlo furtivamente trasformò il suo possesso in una dubbia benedizione. La vista dal nostro punto d’osservazione era piuttosto buona, come devono essere tutte le viste analoghe, ma nessuna delle grandi cime si trovava sotto i nostri occhi, Viso e Argentera erano nascosti, ma verso ovest guardavamo su una serie di bianche onde montuose, che si muovevano verso sud, con la neve invernale come schiuma che scivolava lungo il loro dorso.
Scendendo i primi 1000 piedi di un ripido pendio innevato, superammo una valanga che ci nascondeva il sentiero che conduceva al livello del pianoro alla testa della valle. La accerchiammo sulla sinistra, e davanti a noi si aprì l’imboccatura della valle. Dopo un attimo riconoscemmo sulle montagne circostanti i nostri amici del mattino. Stavamo andando veloci verso Valdieri, un’altra volta, e la valle laterale in cui ci trovavamo era la Val di Valrossa. Infatti, avevamo sormontato una valle laterale, attraversato una costa intermedia, e stavamo scendendo una altra valle laterale. Era troppo tardi per tornare sui nostri passi. Non c’era altro da fare che tornare alle Terme e trascorrere una seconda notte lì. Pensai di essere seccato fino a quando, dopo un momento di riflessione, mi resi conto della bellezza della giornata; e che questa escursione era buona quanto un’altra. Solo, ormai, non c’era possibilità di essere arrestati: che peccato!
Arrivati a un pianoro erboso, ci fermammo per lodare ogni cosa. L’aria era limpida, i fiori ci salutavano da ogni fessura di roccia; il sole mite brillava su tutto, e ovunque l’acqua sgorgava e scendeva rapidamente limpida come cristallo sopra l’erba e le rocce, mentre i corsi d’acqua erano insolitamente traboccanti. Raggiungendo la valle, trovammo il fiume ampio e colmo, di un intenso colore indaco nella bassa luce solare del pomeriggio che stava terminando. Nel punto in cui l’acqua si piegava, all’inizio di una cascata, il sole la colpiva e la illuminava dall’interno con una luce verde scintillante, simile a quella che ricorda chi ha visto le cascate del Niagara. Le Terme furono raggiunte entro sera e la nostra tenda sistemata nella sua vecchia posizione. Il vento si levò fino a diventare una tempesta e ululò per tutta la notte tra gli alberi; ma la tenda rimase ferma e dormimmo fino all’alba del giorno successivo.
William Martin Conway, docente di storia dell'arte e alpinista con il suo The Alps from the end, pubblicato in Inghilterra nel 1894, è considerato l'autore del primo trekking compiuto sulle Alpi. I primi tre capitoli del libro sono stati tradotti dalla III H Esabac del Liceo Scientifico Peano di Cuneo e sono pubblicati a puntate sul settimanale cuneese La Guida da cui abbiamo estratto il brano. Conway, presidente dell'Alpine Club Inglese, per la sua impresa da Cuneo a Vienna portò con sé l'americano E. A. Fritzgerald e si fece accompagnare da due soldati nepalesi da addestrare alla montagna e dalle guide valdostane J.B. Aymonod, Louis Carrel e Matthias Zurbrigghen.