Storia

1970 - 2020: cinquant'anni fa l'inizio dei lavori al Chiotas

Storia

Compie mezzo secolo l'avvio dei lavori di costruzione degli impianti idroelettrici dell'alto Gesso.

1976 - Avanzamento getti conci diga del Chiotas. Foto ing. Carlo Pustrela (archivio Aime Simone).

Cinquant’anni fa la Valle Gesso si animava di cantieri per la costruzione della diga del Chiotas, nel Comune di Entracque. È una pagina della storia del nostro territorio che si caratterizzò per una forte opposizione al progetto degli impianti idroelettrici dell'alto Gesso, in particolare per la parte relativa i canali di gronda che avrebbero convogliato l’acqua dei rii dell'intera valle nelle dighe. Fu in quel quadro che nacque la proposta di un costituire un Parco naturale, addirittura internazionale, “Il Parco internazionale delle Alpi Marittime”. La risposta alla richiesta avvenne, nel 1980, quando la Regione Piemonte istituì il Parco naturale dell'Argentera. L'area protetta fin dal primo momento avviò un rapporto di collaborazione con Enel in vari ambiti e tra questi la mitigazione di alcune opere e la rimozione di resti dei cantieri.
Da alcuni anni l'Ente collabora con la società Enel Green Power nella gestione, attraverso la cooperativa Montagne del Mare, del Centro informazioni Luigi Einaudi e delle visite nella Centrale idroelettriche, sospese in questo periodo per l’emergenza Covid19.

Per ricordare la realizzazione della grande opera idroelettrica Simone Aime, appassionato di dighe, ha scritto un libro, che uscirà nel 2021, corredato di tantissime fotografie che raccontano il cantiere e la trasformazione del territorio.

Di seguito un suo articolo, pubblicato il 26 novembre scorso sul settimanale La Guida.

Sono passati 50 anni da quando tutto ebbe inizio. Nel 1954 nacque il primo progetto della PCE (Piemonte Centrale di Elettricità) appartenente al gruppo SIP (Società Idraulica Piemontese), per l’utilizzo delle acque della Valle Gesso a scopo idroelettrico. Nel primo progetto erano previste, oltre a quelle oggi esistenti, la costruzione di altre dighe: una al lago del Vej del Bouc, una al Prà del Rasur, (con annessa centrale idroelettrica), una al piano del Valasco.
È solo nel 1969, però che prende forma il progetto definitivo, lo stesso che è tuttora presente. Esso prevede un invaso principale da 30 milioni di m3 situato a quota 1980, ovvero la diga del Chiotas e, subito a valle, a quota 1535, il lago della Rovina, con i suoi 1,2 milioni di m3. A completarlo, la preesistente diga della Piastra, terminata nel 1965, a q. 957 m con un invaso di 12 milioni di m3. Quest’ultima nata originariamente per alimentare la centrale di Andonno, raccoglie le acque turbinate dalla centrale ENEL Green Power L. Einaudi, in arrivo dai bacini del Chiotas e del lago della Rovina. La stessa acqua che viene ripompata ai bacini di monte, quando è richiesta meno energia dalle utenze. Siamo però nel 1970 quando iniziano le prime installazioni del cantiere della diga del Chiotas con il compito di sbarrare il Torrente Bucera; un cantiere dove si potrà lavorare solo per pochi mesi l’anno, vista l’elevata quota a cui si trova (quasi 2000 m). Nonostante questa difficoltà, i lavori verranno comunque terminati il 16 settembre 1978 (con la diga sorella di Colle Laura, terminata poi nel 1979). Questo è un impianto che nasce principalmente per sopperire alle centrali nucleari (poi fermate a seguito del referendum in Italia del 1987), e termiche (visti i tempi lunghi di messa in servizio delle stesse in caso di blackout).
L’impianto è il più grande d’Italia nella tipologia a pompaggio puro (seguito a ruota da quello di Edolo-BS), nonché il secondo d’Europa.
Un progetto che ha contribuito a un forte sviluppo della Valle Gesso, soprattutto di Entracque (in generale nei dintorni del cuneese), in particolare data la considerevole dimensione del cantiere e, di conseguenza, l’elevato numero di persone coinvolte nei lavori.
Da ricordare inoltre che negli ultimi decenni (’80 -’90) con la nascita di numerose imprese e, soprattutto, con il rapido aumento dei grandi e piccoli elettrodomestici, la richiesta di energia elettrica è aumentata in maniera esponenziale e la possibilità di avere a disposizione un impianto come quello appena descritto, è stato da subito fonte di un’ulteriore sicurezza per il Piemonte e l’Italia in generale.
Era programmata intanto l’uscita del mio libro, prevista entro fine 2020 (ma causa pandemia rinviato al 2021), dove viene raccontata nel dettaglio la storia del cantiere del Chiotas (con insieme il lago della Rovina, la centrale idroelettrica ENEL Green Power L. Einaudi e la diga di Piastra) ripercorrendo grazie a documenti storici forniti da chi ha avuto un ruolo diretto nel cantiere. È interessante anche comparare le fotografie del cantiere di allora con fotografie scattate oggi dalla stessa posizione in cui avvenne lo scatto originale. Una modalità semplice ma efficace per cogliere i cambiamenti verificatisi a distanza di cinquant’ anni.
Così come sono significative le testimonianze di chi ha lavorato in cantiere, foto storiche e anche una poesia (che riassume in versi la mia passione e quella dei miei amici dighisti) su questa passione “dighica” scritta dall’amico Marco Tucci di Paliano, in provincia di Frosinone faranno parte del libro.
Alcune informazioni su questo impianto e molto materiale sulle dighe in generale (ed in particolare sul Vajont), le si può trovare sul sito www.progettodighe.it , creato e gestito da Elvis Del Tedesco di Fontanafredda in provincia di Pordenone.

Ultimo aggiornamento: 16/12/2020

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