Progetto Interreg-Alcotra Aclimo

Gocce di cambiamento: l'Alpe Freida al Balùr

Progetto Interreg-Alcotra Aclimo

Collaborazione e buone pratiche di gestione dell'acqua nelle Aree Protette Alpi Marittime.

La foto di C. Luconi mostra, dall'alto, l'alpeggio noto come Alpe Freida al Balùr. Fine della descrizione.
L'Alpe Freida al Balùr | C. Luconi

Sull'Alpe Freida al Balùr, nel cuore delle Alpi Marittime e precisamente nel comune di Roaschia, si pascola da sempre.
È qui che si apre il sesto episodio di "Gocce di cambiamento", la serie di video curata dalle Aree Protette Alpi Marittime nell'ambito del progetto Interreg-ALCOTRA "ACLIMO" che racconta esperienze di gestione sostenibile dell'acqua in agricoltura e allevamento nei territori dei partner coinvolti.

Un tempo, i pascoli di Roaschia erano dedicati prevalentemente alle pecore di razza roaschina e venivano suddivisi tra diversi piccoli allevatori, mentre le aree più fertili venivano sfalciate per ricavarne foraggio da trasportare a valle.
Dal 1997 fino a oggi, protagonista della vita sull'Alpe è la famiglia Landra che ogni estate sale con una mandria di circa 200 bovini, qualche capra e qualche roaschina, monticate per il loro valore storico più che produttivo.

Tuttavia, la bellezza e la tranquillità di questo alpeggio nascondono una sfida significativa: la scarsità d'acqua. Contrariamente all'alta Valle Gesso, caratterizzata dall'abbondanza di risorse idriche e dalla presenza di laghi, l'Alpe Freida si trova in una condizione di marcata carenza d'acqua. L'intera superficie utilizzata dal bestiame, infatti, dipende da un'unica sorgente, situata a una quota notevolmente inferiore rispetto ai pascoli più produttivi: un ostacolo non da poco, sopratttutto per abbeverare gli animali.

Non possiamo ignorare la sapienza dei vecchi montanari; se in passato a Roaschia si pascolavano pecore e non vacche, una ragione c'è. L'impatto del pascolo ovino, sia in termini di calpestio che di consumo idrico, è nettamente inferiore a quello bovino.
Tuttavia, il territorio ha dovuto adattarsi ai cambiamenti: l'abbandono delle terre alte ha portato alla mancanza di giovani e di figure dedite all'allevamento in alpeggio.
In questo contesto, la presenza dei Landra ha permesso a un territorio difficile di non essere del tutto abbandonato.

Per fronteggiare il problema dell'acqua e permettere a Geppu, Luigi e tutta la famiglia di alpeggiare al Balùr, nel 2017 le Aree Protette Alpi Marittime, grazie ai fondi del progetto LIFE WOLFALPS e in collaborazione con gli allevatori, hanno realizzato un sistema di pompaggio per trasportare l'acqua in quota, per circa 160 metri di dislivello; un intervento utile anche per superare i periodi più siccitosi, sempre più frequenti a causa della crisi climatica.
Con questa operazione sono state realizzate due vasche di accumulo con una capacità complessiva di 3000 litri e sono state distribuite sull'intera area pascoliva diverse vasche più piccole e mobili.

Questo lavoro ha portato a un significativo miglioramento nella gestione del pascolo e nel benessere della mandria. Prima della realizzazione della vasca di riserva e dell'installazione della pompa, l'abbeveraggio del bestiame era un'operazione complessa e dispendiosa in termini di tempo ed energie: le vacche dovevano essere condotte a valle per bere, per poi affrontare una faticosa risalita e arrivare in cima nuovamente assetate. Per non parlare del sentieramento che si creava.
Le vasche mobili, inoltre, permettono di distribuire l'acqua in modo più uniforme sul pascolo, ottimizzando l'utilizzo della risorsa foraggera da parte degli animali e migliorando, nel tempo, la qualità dell'erba.

Creare condizioni favorevoli supportando gli allevatori con le risorse disponibili permette loro di portare avanti le loro attività, con possibilità di crescita e miglioramento che si ripercuotono positivamente su tutto il territorio. Al contempo, la collaborazione tra chi lavora all'interno delle Aree Protette e chi si prodiga per la loro conservazione, come l'Ente APAM, consente di instaurare un dialogo costruttivo e di chiedere ad allevatori e agricoltori alcune attenzioni per la tutela dell'ambiente.
E questo è ciò che accade sull'Alpe Freida e che vorremmo vedere su tutte le Alpi.

Questo approccio basato sulla collaborazione e sul dialogo permette, da un lato, di ottenere un miglioramento complessivo degli aspetti legati alla conservazione ambientale e, dall'altro, di garantire la sopravvivenza delle attività produttive tradizionali.
La storia della famiglia Landra che le voci dei protagonisti ci raccontano nel video è un esempio prezioso.

Guarda il video e scopri l'intera serie su Youtube!

I video della serie "Gocce di cambiamento - Esperienze di gestione della risorsa idrica in agricoltura e allevamento" sono stati realizzati grazie al contributo dell'Unione Europea - Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale - nell'ambito del programma Interreg-Alcotra 2021-2027, progetto ACLIMO.


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Ultimo aggiornamento: 15/05/2025

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