Il "monaco" che ha solcato i cieli dell'Europa occidentale
La storia di Remigio
Il "monaco" che ha solcato i cieli dell'Europa occidentale
L'avvoltoio monaco "Remigio", recuperato, curato e liberato nei mesi scorsi, è stato ritrovato senza vita in Spagna. Fondamentali i dati raccolti grazie al dispositivo GPS che gli era stato applicato.

La scorsa primavera un esemplare di avvoltoio monaco (Aegypius monachus), specie estinta in Italia da decenni, è stato segnalato nei pressi del Lago di Sampeyre (Valle Varaita).
Questo maestoso rapace, il più grande avvoltoio d'Europa con un'apertura alare che sfiora i tre metri, denutrito e debole è stato recuperato dal personale delle Aree Protette Alpi Marittime e dal CRAS ODV (Centro Recupero Animali Selvatici) di Bernezzo - dove è iniziato il percorso di recupero - e dai Carabinieri Forestali.
Durante i controlli veterinari il rapace è risultato privo di malattie o avvelenamenti, ma "soltanto" defedato molto gravemente. L'animale, proveniente dalla Spagna - come confermato dall'identificazione tramite anelli - ha preso il nome da Remigio Luciano, fondatore e anima del Centro di Recupero, recentemente scomparso.
Dopo alcuni mesi di cura e riabilitazione, il CRAS ha scelto di fare un ulteriore importante investimento e ha equipaggiato Remigio di un dispositivo GPS per monitorare i suoi spostamenti.
L'animale è stato liberato il 18 agosto in Valle Stura, a Ferrere, nel Comune di Argentera. Questa operazione testimonia non solo un fatto raro per il Piemonte, ma anche un importante segnale positivo per la conservazione dell'avvoltoio monaco in Europa, specie che negli ultimi decenni ha subito un declino drammatico a causa di veleni, disturbo antropico e perdita di habitat.
Tramite un'applicazione ricevente le coordinate di posizione emesse dal trasmettitore, è stata seguita la rotta di volo dell'uccello per oltre un mese, fino alla repentina interruzione dei suoi spostamenti. La rete di monitoraggio ha tempestivamente attivato le ricerche nella zona degli ultimi segnali di posizione in Spagna, nella regione della Rioja, nella parte orientale del Paese.
Purtroppo, i tecnici della Vulture Conservation Foundation (VCF), che ha supportato le fasi di monitoraggio, hanno trovato l'uccello già morto. Per identificare le cause del decesso è necessaria la necroscopia.
Sebbene questa storia non abbia un lieto fine, ha permesso di fare rete e raccogliere informazioni utili a creare protocolli che giocano un ruolo rilevante nella collaborazione internazionale per la conservazione degli avvoltoi.
Ogni animale salvato, che sopravviva o meno, arricchisce la nostra comprensione e rafforza la nostra determinazione a proteggere questi magnifici uccelli. Questa storia ci ricorda che la conservazione è uno sforzo continuo e che ogni vita, ogni azione e ogni lezione appresa sono importanti.